gustavo
eccoci arrivati, entriamo, loro non lo sanno, e ogni volta
si chiedono come faccio, ma io mi sono fatto dare una copia
dell’apricancello dal portiere, una bella diecimila
di mancia e anch’io posso mettere la macchina in cortile
loro, gli intelligentoni, di comando ne hanno solo uno,
lo prendo io, no lo prendo io, e ogni volta lasciano una
macchina fuori e dire che hanno il box doppio, e nonostante
questo, una resta sempre fuori
e così nello spazio
che avanza ci mettono le biciclettine dei bambini, gli sci,
il bob e tutte quelle cianfrusaglie che sarebbe meglio buttare
via, ma invece te le ritrovi sempre in mezzo; tipo, un casco
da moto di vent’anni fa, il catino per far bere il
cane, che è morto da sei anni (il cane), vecchie
latte di castrol tt, due reti da letto, lasciale lì
che prima o poi tornano utili
ma io non ci metto becco,
metto la mia belva in cortile, che brontolino pure i vicini,
ma a un vecchio più di tanto non dicono niente a
esser vecchi qualche vantaggio ci sarà pure, no?
sorpresa, sono papà! ciao, ciao, come state, bene,
bene, bene
si dice sempre bene: tanto, se rispondi male
nessuno ti ascolta, tanto vale dire bene
i bambini, ah
eccoli!
sara
ciao nonno
gustavo
ciao, ciao cari, ma come siete eleganti
sara
guarda, ho fatto questo disegno per te, ci sei tu, la mamma,
il papà, io, tutti nella tua macchina mentre andiamo
da osciàn
gustavo
oh, brava, che bello, ora che vai a scuola chissà
quanti altri disegni farai, sara; ma, sbaglio o nel disegno
manca alfonso? hai dimenticato il fratellino, non c’è
sara
no, l’ho lasciato a casa, perché
il passeggino non ci sta mai, e poi piange sempre; non l’ho
messo, però c’è la mia bici
gustavo
ah, sì sì, vedo, ma non puoi lasciare a casa
il fratellino
sara
vabbè, allora dopo lo metto, magari
qui nell’angolino, se trovo i pastelli
genero
signor gustavo, buona giornata, che bell’improvvisata,
eh?
gustavo
tranquillo, me ne vado subito, è solo una visitina,
e poi vi ho portato un po’ di pastine, dei marron
glasè, e…
sara
nonno nonno, hai anche le uova di dinosauro?
gustavo
sì, tieni cara, non darle a mamma, e lasciane
un pezzettino anche ad alfonso
sara
ma lui è troppo piccolo, non le mangia
ancora, ma ne tengo una per dopo
genero
bene, si accomodi,
ma non deve ogni volta disturbarsi, lei qui è di
casa, mica un ospite
gustavo
no, grazie, esco subito, sa ho messo la macchina
in cortile, eh sì, ehm, ho trovato aperto e sono
entrato; bambini, volete andare a fare una gita?
sara
sììì, ma dobbiamo prendere
anche lui?
gustavo
ma certo, andiamo a prendere un po’ di aria,
dai prendiamo il passeggino; ciao, ciao a tutti, torniamo
tra un paio d’ore, ciao
sistemiamo lui di dietro,
aiutami a fissare il seggiolino, oh che fatica, io non ho
mai capito perché non le fanno più alte ste
macchine; basterebbero trenta o quaranta centimetri in più
e ci entreresti comodo, senza chinarti
per non dire poi
del salire in macchina; io non salgo in macchina, io scendo
in macchina, perché mi devo accucciare, torcere il
busto e infilarmi, mentre quando esco mi alzo, quindi, salgo
e tutti invece dicono scendi dall’auto, mah!
alfonso
è a posto? come va, tutto bene?
alfonso
uhee
gustavo
ok, tutto bene, sara tu ti metti davanti, allacciati
bene la cintura
sara
ma, nonno, è troppo alta
gustavo
sì, hai ragione piccola, aspetto che te la regolo; però, prima devo ricordarmi di disinserire l’earbeg,
altrimenti se ti scoppia addosso ti fa male
bella invenzione
l’earbeg; belli creativi questi progettisti: se vai
a sbattere, ti fai male contro il cruscotto, quindi la soluzione
più ovvia è una carica che ti fa esplodere
un sacchettone davanti alla faccia: complimenti! e il bello
è che è obbligatorio, con tanto di normative
e manuali
bella cosa: sarebbe come dire che, per paura
di farti inciampare in un gradino, ti sparano in faccia,
così caschi prima
sara
ma nonno, ce l’hai sempre con tutti
gustavo
eh, sì, ma anche tu le devi imparare queste
cose: lo sai che se dovessero esplodere tutti e quattro
gli earbeg contemporaneamente si rischierebbe di diventare
sordi? ma queste cose mica te le dicono quando vai a comprare
la macchina: ti fanno vedere gli accessori, i sedili in
pelle, il satellitare, ma della sicurezza, quella vera,
non gliene importa niente a nessuno
sara
ma nonno come hai fatto a far aprire il cancello se non
hai il comando?
gustavo
i nonni sanno fare tante cose, che nemmeno ti immagini cara.. allora, andiamo a fare spesa e poi, se facciamo in fretta,
dritti al parco, ti va?
sara
sì, sì, dai! nonno, fammi sentire come tiri
le marce
gustavo
eh no ti sbagli, io non uso le marce, sono da trogloditi,
io ho il cambio automatico
sara
ma papà ha le marce
gustavo
eh, lo so, lo so…
sara
nonno, cosa vuol dire tlo-gr-diti?
gustavo
niente niente, sei troppo piccola; adesso mettiti tranquilla,
che ci vuole mezzora per arrivare
sara
nonno, ma che strada fai? perché passi di lì,
nonno hai sbagliato
gustavo
ma sai che sei proprio uguale a tua madre?
alfonso
uheee
gustavo
vedi, anche alfonso mi dà ragione: io faccio questa
strada perché il sistema mi suggerisce di passare
di qua, eh eh, il papà non ce l’ha ancora questo?
sara
nooo, che bello, ma è una pleistèscio?
gustavo
no, si chiama navigatore satellitare: è un sistema
che vede dove sei e ti suggerisce la strada migliore per
arrivare
sara
a bello e ci posso vedere i cartoni?
gustavo
solo se c’è collegato il modulo tv, ma adesso
non guardiamo i cartoni, non vuoi giocare con la barbie?
sara
nonno nonno, voglio vedere il tuo giochino
gustavo
allora guarda, vedi quelle linee? quelle sono tutte le strade
che stanno qui intorno, e il cerchiolino siamo noi: vedi
che si muove?
sara
sì, che bello
gustavo
no non toccare, sennò mi lasci le ditate sullo schermo,
a questo c’ha già pensato la mamma ieri; e
poi vedi quella freccia? significa che tra trecento metri
devo svoltare a sinistra
navigatore
alla rotonda, prendere la terza uscita
gustavo
hai sentito? la voce mi suggerisce quella strada lì
sara
ma, nonno, lì c’è coda, perché
non vai di là?
gustavo
ma no, di là è più lunga, e non toccare
lo schermo, costa un pacco di soldi
sara
he he he, sì ma qui stiamo fermi, è stupida
quella signorina lì che ti parla, glielo dico io
che c’è coda: signorinaaaaa, c’è
la codaaa, è meglio di laaaaa
gustavo
non toccare! e
poi non ti può sentire, è una voce elettronica
sara
ahhh, ma allora se non ti sente, puoi solo ascoltare, allora
vale meno del telefonino che ti abbiamo preso a natale;
almeno lì parli anche tu, he he
ma, nonno, scusa,
ma se la signorina dice a tutti di andare di là,
là ci sarà sempre coda: non potrebbe dire
a te vai di là, e all’altro vai da un'altra parte?
gustavo
uhm, in effetti, un giorno telefoniamo a questi
qui e glielo diciamo, eh? oh, bene, bene, anche qui al centro
commerciale una bella coda, ma noi andiamo là in
fondo, che c’è posto; girano tutti come matti
a cercar posto davanti, quando basterebbe fare trenta metri
in più e il posto c’è, e bello largo
sì, perché i cosiddetti disainer ti fanno
le porte delle macchine che si aprono in modo che devi fare delle manovre
incredibili per scendere; ma anche i giovanotti, eh, mica
solo io