gustavo (parlando tra sé)
quasi quasi oggi vado a trovare i bambini, non c’è
bisogno di avvisare, non li portano mai fuori: saranno di
sicuro in casa
alla mia età penso di poter andare
a casa di mia figlia e di mio genero senza avvertire; me
lo dicono tutti, ma è un’abitudine che nessuno
mi toglierà mai; c’hanno provato, certo, mio
genero mi ha anche regalato un telefonino a natale: così
ti ricordi noi, diceva
in realtà era solo per evitare
che piombassi in casa in qualsiasi momento; ma, niente,
è più forte di me; e poi, questo telefonino
è proprio ino, con quei tastini
magari non si legge
niente nel display, ma fa molto trèndi, dice mio
genero, e poi nonno anche tu devi stare al passo coi tempi
eh sì, cosa vuoi, il fatto stesso di diventare nonno
ti fa passare dalla vita attiva a quella del rimbambito; ma sono loro a dirlo! io sto bene, e se mi va di farmi un
giro, perché non dovrei?
una volta, sì, mi
preoccupavo, di far bella figura, di fare tutto per bene,
ma adesso, ma sì cosa vuoi che m’importi: al
massimo mi danno del rimbambito una volta di più
fossero questi i problemi. e poi i giorni sono tutti uguali,
così soli, uno dopo l’altro, in attesa di qualcosa
che prima o poi dovrà accadere, ma si spera sempre
mai
stavolta porto un po’ di dolci, così i
bambini finalmente mangiano qualcosa di buono, magari porto quelle uova di dinosauro, ricoperte di cioccolata
bianca, che piacciono tanto
ma le faccio mettere in
un sacchettino, anonimo, e gliele do in mano, sennò
arriva la mamma e gliele fa fuori con la scusa di assaggiarle, e loro poi restano senza; vabbè, andiamo
andiamo, dài, metto in moto…eh sì perché
mica ci vado coi mezzi; la macchina va ancora bene, poca
ruggine, bella solida: non la cambio più, ci sta
tutto, e poi alla mia età
pèèèèè! e non suonare, baluba, non vedi che c’è uno
sulle strisce; suona, lui, idiota, ma sì vanno così,
senza testa, pensano ai fatti loro, e poi, bum, ti schianti
e non sai più a chi dire grazie
varda questo, doppia
fila, pèèè, una bella suonata fa sempre
bene; sì, lo so che non si dovrebbe, ma qui dormono
tutti, e poi il rinco sono io
pasticceria molteni, ecco
qua, è ovvio, non c’è posto, ma un buco
lo trovo: quattro metri e mezzo di macchina dovranno pur
stare da qualche parte
sì lo so, adesso che sono solo devo prendermi
una smart, ma se devo portare i bambini al parco come faccio,
non ci stiamo in tre
e poi è così corta,
mi fa paura; lo so lo so, è bellina, ma io sono vecchio
per queste cose, prendetevela voi, così potete fare
come quel vostro amico, coso là, come si chiama,
insomma hai capito, che la parcheggia di traverso perché
dice che è così corta che ci sta in tutti
i modi
ma allora, se ci sta ovunque, perché non
la mette dritta? te lo dico io che è per farsi vedere,
perché fa fescion
comunque ho fatto due volte il
giro dell’isolato è il posto non c’è
doppia fila, mai, piuttosto la porto a casa e torno a piedi,
ma questi qui non c’hanno niente da fare, perché
non mi lasciano un posto libero; vaaai, ecco, sì
signora, la faccio uscire, no, vada vada, ma non è
per cortesia, è per infilarmi io
sì, impiegaci
pure un’ora a uscire, tanto io sono in pensione, io
però, tiè, la infilo in due secondi; maledetti
poggiatesta non si vede nie-bum! ma t’ho appena toccato,
stai tranquillo, stai calmo, sì sì ok solita
storia sono un rimbambito, sì sì, dai che
sono in ritardo, poi il negozio chiude
ma prenditi pure
il numero di targa, magari vai anche dall’assicurazione
bene, a posto, le paste le ho prese, le uova, i marroni,
c’è tutto, andiamo, su fammi uscire, c’ho
la freccia, e porta rispetto a un anziano
mi dicono, papà
non andare in giro all’ora di punta, perché
non fai altro che aumentare il traffico, e togli il posto
a chi deve lavorare
io c’ho provato a fare questo
ragionamento ma non è mica facile; è vero
che adesso posso scegliermi i percorsi, gli orari, ma ho
penato tutta la vita e adesso voglio godermela, io ho aspettato
ai semafori, agli incroci, nelle code: adesso aspettate
voi
e poi, secondo loro, prima delle novemmezza non devo
uscire, poi a casa da mezzogiorno alle tre, poi non uscire
alle cinque che c’è traffico, ma scherziamo?
e la libertà dov’è? dammi un modo alternativo
per muovermi e io, forse, dico forse, posso anche prenderlo
in considerazione
nonno ma tè non fai la spesa su
internet come il papà? non ti rispondo neanche, vuoi
proprio che diventi una salma in casa? se non posso più
uscire neanche a farmi la spesa, mi chiudo in casa e non
esco più, è questo che volete? parliamone
sì, internet ce l’ho, ho imparato a mandare
le imeil, anche con gli attacciament; mi manca solo la uebcamm
e poi ho tutto, altro che rimbambito; ma la spesa no, vado
giù, mi faccio una bella chiacchierata con l’antonio,
il fruttarolo, che mi frega sui conti, o almeno ci prova,
ma fa lo stesso, si vive una volta sola. he, e adesso con
leuro, sembrano tutti impazziti
come paga, mi dice; e io
apposta, coi soldi, no? tanto tu il bancomat non ce l’hai,
forse non sai neanche cos’è
no, dico, paga
in lire o in euro; ma perché c’è ancora
qualcuno con le lire in tasca, ah forse quei cretini che
l’ultimo dell’anno avevano invaso i bancomat
per far scorta di lire, per doverle poi cambiare il giorno
dopo, ma loro dicevano non si sa mai; non si sa cosa, lo
sai invece che devi cambiare; e giù ancora a fare
code
no, io onlain mi faccio portare solo l’acqua,
quella sì, pesa, e poi la pago uguale, me la portano
fin sulla porta, sono carini; solo che ho provato a dargli
la mancia, ma non la vogliono, perché dicono non
fa immagine, l’azienda non vuole; io gli ho messo
una moneta in mano comunque, un euro eh mica spiccioli,
e alla fine si è convinto: non dirlo a nessuno e
prenditi un caffè; grazie grazie arrivederla, è
un piacere
alla fine, è vero, un po’ di contatto
umano c’è sempre; certo che, devi essere lì;
eh sì perché non possono mica lasciarti la
spesa sulla porta di casa; certo che pago con la carta,
ma non è lì il problema: e le chiavi, chi
gli apre? il custode, per carità, a lui non farei
aprire neanche la porta del canile
e poi la roba me la
fregano; sì siamo tutti onesti, intanto ogni tanto
qualcosa sparisce; la settimana scorsa mi hanno fregato
il portaombrelli, che barboni
comunque il problema è
il surgelato, io non ce l’ho un frigo fuori dalla
porta, al massimo in balcone, come gli albanesi che stanno
di fronte; loro in balcone mettono tutto, il triciclo del
bambino, l’armadio, il frigo, le cassette piene non
si sa di cosa; e il problema è lì: allora
tu condominio, o tu spesaclicpuntoit dammi un contenitore
mio, a me che sono cliente, dove mettere la spesa; tu arrivi,
tanto l’ho già pagata, me la metti dentro,
e quando torno a casa, la porto dentro
oppure mi faccio
fare una bella botola, tipo cassacontinua, che comunica
con casa mia, tu ci infili i sacchetti, e io poi arrivo
e il gioco è fatto
eh, bisogna che facciamo così, ma adesso mica mi metto a pensare al frigo-botola, dai devo
sbrigarmi che faccio tardi coi bambini: li porto fuori,
sennò quei due là li lasciano delle ore davanti
alla tivù, che asu! andiamo…