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            |  | aerodinamica & design 4/8 |  |  
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                | nome |  | aerodinamica 
                  & design |  
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                | descrizione |  | articolo 
                  sui rapporti tra l'aerodinamica e il design |  
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                | autori |  | Ottorino 
                  Piccinato, ing.enrico 
                  benzing
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                |  |  
                | contributi |  | annina motta, antonella ponti,  arianna carrozzo, chiara tiego, clarissa steiner, Dario Colombo, debby viganò, elisabetta furnò, jessica alberti, Maria Fumagalli, Michele De Angelis, pietro bassani, russel davidson |   |  |  | 
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              notare che la matra ms 10 (in basso, a destra), anch'essa 
              dotata di ali, ha un design decisamente simile a quello della 
              lotus
              le similitudini non si hanno soltanto nella configurazione 
              generale (presa del radiatore frontale, piccole ali piatte 
              anteriori, ecc...) ma anche in altri particolari, come i triangoli 
              delle sospensioni anteriori 
 molte vetture dell'epoca, come 
              è quasi sempre avvenuto, sono molto simili
 
 ciò 
              è dovuto in parte al fatto che la vettura vincente 
              diventa "trainante" per il design delle altre, ma 
              anche perché il livello tecnologico raggiunto era molto 
              simile tra una casa costruttrice e l'altra
 
 poi c'è 
              sempre il momento in cui il genio di qualche progettista incontra 
              il coraggio di un imprenditore o un artigiano
 
 a volte nascono 
              prototipi che durano poche settimane, altre, invece, vengono 
              messi in produzione e diventano modelli che passeranno alla storia
 
 noi 
              nutriamo particolare ammirazione verso chi sperimenta, propone, 
              provoca, perché solo sfruttando il genio creativo c'è 
              la possibilità di fari grandi balzi in avanti
 
 troppo 
              spesso dobbiamo assistere all'incapacità di molti imprenditori 
              italiani di comprendere come il design sia una delle discipline 
              che possono maggiormente contribuire allo sviluppo di nuove 
              proposte per i mercati, e alla creazione anche di nuovi posti 
              di lavoro
 
 molti si limitano a copiare il prodotto di maggior 
              successo, danneggiando il produttore originale e limitando 
              le proprie possibilità di proporsi creativamente al 
              pubblico, perché la scelta di quest'ultimo potrà 
              avvenire solo in base al prezzo, e non alla qualità
 
 se siete interessati a questo argomento, ti invitiamo a leggere 
              l'intervento di Ottorino Piccinato presso la sede dell'unindustria 
              di Padova dal titolo "le aziende e il loro rapporto con 
              il design con particolare riferimento al nord-est"
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                | la lotus 49 è stata una delle prime formula uno ad 
                  essere dotata di ali anche se la prima in assoluto è 
                  stata la ferrari nel 1968 |  
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                | la 
                  matra ms 10 con due ali |  |  |  
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            |  | le 
              stesse ali, attraverso manovellismi di dubbia affidabilità, 
              potevano cambiare l'angolo di incidenza all'ingresso delle 
              curve, per ottenere deportanza, e quindi aderenza e maggior 
              velocità in curva 
 l'esperimento vincente della chaparral 
              viene immediatamente applicato anche in formula uno, e quindi 
              assistiamo alla comparsa di ali anche su questi bolidi
 
 storicamente, 
              si possono citare anche esempi precedenti di autoveicoli con 
              profili alari, come quelli di talune vetture da record, dove 
              le funzioni erano meramente stabilizzanti (addirittura portanti 
              nella opel a razzi del 1928, per ridurre la resistenza al 
              rotolamento) o come nelle mercedes degli anni 1952-1955, con 
              ruoli prevalenti di aerofreno
 
 decisamente rivolta alla deportanza, 
              invece, appariva la grande ala posteriore-centrale della porsche 
              di un altro giovane ingegnere-pilota, lo svizzero michael 
              may: la macchina, però, nel 1956, veniva rifiutata 
              a monza come al nürburgring, perché ritenuta pericolosa
 
 di conseguenza, la prima ala applicata a un'auto da corsa, 
              che abbia gareggiato, e la prima utilizzazione rivolta alla 
              soluzione dei problemi di aderenza delle gomme - aderenza 
              ripartita negli sforzi di trazione, nella frenata e nella 
              tenuta trasversale - è unanimemente considerata quella 
              della chaparral
              tanto più che l'invenzione, passata 
              al vaglio delle sensazionali prestazioni del modello 2d (1966) 
              a monza e a le mans, prima della vittoria al nürburgring, 
              si è presentata in forma assai evoluta, comprendendo 
              un meccanismo per la variazione dell'angolo di incidenza, 
              allo scopo di minimizzare la resistenza e la deportanza aerodinamiche 
              alle alte velocità, e quindi con la possibilità 
              di concentrare la resa nel campo delle più basse velocità 
              di percorrenza delle curve
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              questo modello hanno cominciato a guardare i costruttori delle 
              monoposto di indianapolis, tipiche vetture con grandi potenze 
              installate, quando (1967) sono stati tentati anche esperimenti 
              su tracciati misti, nei settori stradali all'interno della 
              celebre pista e poi fra le sinuosità di riverside 
 si trattava, però, di semplici alette sulle fiancate 
              e di molti "spoiler"
              come dire, un momento di transizione, 
              in quanto lo "spoiler", termine di origine aeronautica, 
              non è che un deviatore di flusso o un correttore della 
              forma di un corpo aerodinamico
 
 solo a metà stagione 
              1968, nel gp
              del belgio a francorchamps, è stata 
              proposta la prima formula 1 con tanto di ala, la ferrari v12 
              3000, che è andata immediatamente in testa
 
 le ali sono 
              ormai uno standard in f.1: la forma delle vetture, però, 
              non è ancora disegnata in funzione di queste ultime, 
              ma le ali sono applicate dopo, come fossero appendici ausiliarie
              
              alcune vengono messe dietro, altre più centrali, come 
              la ferrari
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                | alla fine degli anni sessanta le forme a "sigaro" 
                  furono dotate di piccole ali deportanti
                  due esempi: la brabham-repco  (sopra) e la ferrari (sotto) |  
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            |  | come 
              è risaputo, nella formula 1- categoria leader, con 
              la maggiore concentrazione di tecnici di talento - i problemi 
              si dilatano e le ricerche tecniche sono frenetiche, talvolta 
              spregiudicate 
 in questo caso, a un'idea risolutiva ha fatto 
              seguito una vera esplosione di varianti, tutte spinte all'eccesso
 
 di qui è cominciata la partita a scacchi tra i progettisti 
              e i regolamentatori della federazione internazionale, per 
              mantenere la sperimentazione entro determinati limiti di sicurezza
 
 come prima mossa, dal lato-progettazione, si è pensato, 
              sull'esempio della chaparral, all'incidenza variabile (matra 
              e ferrari), con meccanismi di affidabilità e di operatività 
              insoddisfacenti
 
 l'ala, applicata inizialmente sulla parte 
              sospesa della vettura, è stata subito dopo collegata 
              direttamente ai portamozzi delle ruote posteriori (lotus), 
              ovvero alla parte non sospesa, con la duplice opportunità 
              di eludere i mezzi elastici intermediari e di uscire dai limiti 
              (imposizione regolamentare) di larghezza della carrozzeria
              
              inevitabili, quindi, le esagerazioni di tipo dimensionale, 
              essendo le forze di deportanza proporzionali alla superficie 
              dell'ala, a parità di angolo di incidenza e di altri 
              parametri
 
 e siccome l'efficienza del profilo alare è 
              condizionata anche dal flusso dell'aria, particolarmente turbolento 
              attorno a un corpo complesso come quello d'una vettura a ruote 
              scoperte, l'intervento successivo (lotus) è stato quello 
              di collocare l'ala in posizione molto alta
 
 e ancora: montaggio 
              di un secondo profilo alare sull'asse anteriore (brabham), 
              per contrastare adeguatamente il momento cabrante; superfici 
              sdoppiate, con controllo dell'incidenza attraverso i cinematismi 
              delle sospensioni posteriori (brabham in f.1 e porsche nell'ambito 
              delle vetture sport), al fine di applicare il maggior carico 
              aerodinamico sulla ruota interna, durante la percorrenza delle 
              curve
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