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design del quad drako per cavallino giocattoli
tipologia product design
azienda cavallino giocattoli
anno 1996-1997
descrizione
design di un quad a pedali in polietilene soffiato
design giulio simeone, jacopo r. grandis, Ottorino Piccinato
engineering jacopo r. grandis
schizzi e rendering giulio simeone
modelli fabio dell'orto, giulio simeone
materiali polietilene ad alta densità
il drako è un quad a pedali progettato per cavallino giocattoli, un 'azienda italiana per la quale Ottorino Piccinato ha progettato numerosi prodotti, tra cui il pk, il dakar e il lillo bebè, nonché il marchio e l'immagine aziendale

innanzitutto: perché chiamarlo drako? il nome contiene alcune lettere, in particolare la d, r, k, a che già compaiono in un altro prodotto, progettato in precedenza, il dakar

drako è maschile, anche se non se ne preclude l'uso alle bambine, perché è un oggetto aggressivo e sportivo; e, secondo noi, la k rappresenta bene questa filosofia

e poi, durante le prime fasi del design, quando ancora il brief non era stato assegnato in tutti i suoi dettagli, si diceva di fare un "dragster", intendendo con questo termine non tanto un giocattolo che imitasse i lunghi veicoli americani usate nelle gare di accelerazione, quanto qualcosa di strano, di speciale, che non si era mai visto

ecco che, parlando di dragster, e, successivamente, storpiandone il nome e pensando al dakar, è stato adottato il nome drako, deciso all'unanimità da j.r.grandis, Ottorino Piccinato e giulio simeone, i tre designer impegnati nel progetto
un quad è un veicolo concepito su di una moto fuoristrada, ma con quattro ruote, generalmente tassellate

ha il manubrio, e non il volante di un'auto

non ha differenziale, quindi la trazione posteriore è fatta direttamente su ambedue le ruote

ciò ne rende l'uso in strade asfaltate con curve strette parecchio difficoltoso, perché la ruota interna percorre la stessa strada di quella esterna (come i kart); e come i kart, infatti, deve essere guidato con la derapata del posteriore

in terreni accidentati il quad è molto comodo, e l'assenza del differenziale non si nota molto

una particolarità è il modo di agire sul gas: tramite una leva e non tramite manopola il drako, quindi, è un quad, anche se più di una persona lo chiama "triciclo a quattro ruote", contraddicendo proprio il termine "triciclo"

mentre si cominciava a lavorare attorno all'idea del drako, in cavallino si parlava di progettare un trattore, o qualcosa del genere, che potesse far concorrenza ad alcuni produttori tedeschi di giocattoli a pedali

fu così che g.simeone cominciò a gettare le basi di un trattorino a pedali, cercando di dargli un aspetto non troppo consueto

come è abitudine di Piccinato si prova sempre a fare ricerca, ricerca di contenuti, di linee, di stili, di materiali, piuttosto che copiare e riprodurre ciò che già esiste

infatti anche il dakar è una prova della volontà di staccarsi nettamente dalla linea di un camion tradizionale
in fase di ricerca dei prodotti della concorrenza vennero alla luce due aspetti importanti

il primo era che la maggior parte dei prodotti tedeschi (vari marchi, tra cui faber), francesi (soprattutto smoby) e americani (primo fra tutti little tikes) sono prodotti in polietilene, con la tecnica del soffiaggio

il secondo era che quei prodotti, soprattutto i tedeschi e americani, erano composti da un considerevole numero di pezzi, molti dei quali avvitati

ciò ci ha portato a delle conclusioni

la cavallino era un'azienda impostata prevalentemente sulla tecnica dello stampaggio ad iniezione; questo aspetto era interessante per giocattoli di piccole dimensioni, ma laddove un prodotto poteva essere cavalcato e guidato da un bimbo, si sarebbe corso il rischio di rendere l'oggetto pericoloso

ciò perché il prodotto a iniezione è fatto a forma di "guscio", ossia c'è sempre un lato aperto, per l'estrazione del pezzo dalla macchina, e quindi avremmo ottenuto delle carrozzerie aperte, con pareti dello spessore di pochi millimetri, probabilmente taglienti; quindi si doveva ricorrere al soffiaggio

un altro aspetto era il numero di pezzi e le modalità di assemblaggio

se si voleva produrre un articolo economico, ma di forte impatto, si doveva puntare sull'aggressività, sul numero ridotto di componenti e sulla velocità di assemblaggio

abbandonata l'idea del trattore, ci si avvicina di più a un'auto, con qualche ammiccamento a un dune buggy

compare il grande parafango posteriore e lo schienale
è stato difficile introdurre la tecnica del soffiaggio in un'azienda fortemente radicata sull'iniezione, anche se il soffiaggio veniva usato sporadicamente per stampare le ruote di camion di medie dimensioni (esempio supergigante) e per il dakar

ma era l'unica strada percorribile

cavallino, in quel momento, possedeva diverse macchine per l'iniezione, mentre i componenti soffiati venivano prodotti esternamente

l'azienda decise allora di acquistare una macchina per il soffiaggio della plastica, e in quel caso una usata andava benissimo; ne trovò una, in ottimo stato, anche se l'unico difetto era che non poteva stampare pezzi più grandi di 80 centimetri

a questo punto, il brief per i designer era chiaro: si doveva produrre un articolo soffiato, con pezzi non più lunghi di 80 cm, ma che doveva apparire imponente e importante almeno quanto i giocattoli tedeschi, che però erano lunghi 110 cm

il progetto ripartì con l'ipotesi di utilizzare un telaio portante di 80 cm, con appendici sporgenti in grado di ingrandire l'immagine del drako; vennero quindi pensate ruote soffiate di grandi dimensioni, molto sporgenti, un manubrio, anch'esso soffiato, dei "generosi" parafanghi posteriori e uno schienale, frutto di un attento studio ergonomico, posizionabile in diverse posizioni, per una maggiore adattabilità al bambino
l'evoluzione del progetto ci ha portato a disegnare una forma slanciata ed aerodinamica, per il corpo centrale

per il muso ci siamo ispirati a superfici lisce, senza prese d'aria, griglie o inutili impreziosimenti, che avrebbero soltanto rovinato la linea

in passato avevamo già progettato uno scooter, per cui l'esperienza era tale per cui non ci sarebbero state grosse difficoltà in questo senso

volevamo anche che il drako potesse piacere al bambino, qualora fosse esposto in bella evidenza in un grosso toy center, e non solo al papà che glielo comperava

quindi, abbiamo pensato che anche una forma slanciata come una formula uno sarebbe stata interessante; nello studio di Ottorino Piccinato è continua la ricerca nel campo dell'aerodinamica, e la f.1 è uno dei campi in cui questa ricerca trova ampio spazio

dopo aver raccolto sufficienti immagini e informazioni, abbiamo iniziato a preparare quelle che sarebbero diventate le forme definitive, grazie alla matita (anzi la penna, dato che usa una bic) di giulio simeone

i nostri designer hanno lavorato intorno al mondo della f.1 non solo per gli studi sull'aerodinamica, ma anche per aver contribuito alla grafica della minardi f.1
per il drako abbiamo voluto che il bambino potesse usare l'oggetto, il "suo" drako, con il massimo della sicurezza e delle prestazioni

la sicurezza è data, anche grazie alla tecnologia del soffiaggio, all'arrotondamento delle forme e di tutti gli spigoli, pur mantenendo una veste aggressiva

è questo il caso della parte posteriore del mezzo che, a differenza dell'anteriore molto liscia, è modellata in modo attinente alla realtà di un quad

quindi si vede distintamente la riproduzione di un grande mono-ammortizzatore posteriore, la sporgenza di uno scarico ad espansione, tipico dei due tempi, il coperchio del volano e dell'accensione

il tutto realizzato esclusivamente modellando il corpo centrale senza alcun movimento all'interno dello stampo: per noi, per il cliente e per lo stampista questo è un ottimo risultato

per la modellazione del posteriore, le informazioni non ci mancavano, in quanto alcuni dei nostri designer sono grandi appassionati di cross ed enduro, e, inoltre, avevamo già progettato nel settore moto da fuoristrada: un esempio è il design dell'ancillotti enduro, già nel 1985

e, in campo stradale, di uno scooter per aprilia, evoluto in seguito nel modello gulliver
la trazione del drako è a pedali, con catena interna collegate all'asse posteriore

il drako si adatta a bimbi di ogni taglia, grazie al poggiaschiena posizionabile in diverse posizioni

la sella è allungata anche per permettere al bimbo di caricare l'amico o, meglio, l'amica

scendendo dal drako è possibile sollevare la sella come uno scooter, ed inserire degli oggetti (es. un casco) o dei giocattoli nel vano

la grafica del drako è volutamente scarna, perché riteniamo che le forme, le proporzioni, i materiali comunichino abbastanza senza bisogno di eccessivi sovraccarichi di informazioni

abbiamo comunque inserito dei motivi grafici progettati da monica graffeo, e degli adesivi per rendere più realistica la zona del cruscotto e del vano motore

i disegni del drako sono stati eseguiti rigorosamente a penna, tranne i rendering di presentazione, che sono stati fatti a pantone e gessetto su carta colorata
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