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design del quad drako per cavallino giocattoli |
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il
drako è un quad a pedali progettato per cavallino
giocattoli, un 'azienda italiana per la quale Ottorino
Piccinato ha progettato numerosi prodotti, tra cui il pk, il dakar e il lillo
bebè, nonché il marchio e l'immagine aziendale
innanzitutto: perché chiamarlo drako? il nome contiene
alcune lettere, in particolare la d, r, k, a che già
compaiono in un altro prodotto, progettato in precedenza,
il dakar
drako è maschile, anche se non se ne preclude
l'uso alle bambine, perché è un oggetto aggressivo
e sportivo; e, secondo noi, la k rappresenta bene questa
filosofia
e poi, durante le prime fasi del design, quando
ancora il brief non era stato assegnato in tutti i suoi
dettagli, si diceva di fare un "dragster", intendendo
con questo termine non tanto un giocattolo che imitasse
i lunghi veicoli americani usate nelle gare di accelerazione,
quanto qualcosa di strano, di speciale, che non si era
mai visto
ecco che, parlando di dragster, e, successivamente,
storpiandone il nome e pensando al dakar, è stato
adottato il nome drako, deciso all'unanimità da j.r.grandis,
Ottorino Piccinato e giulio simeone, i tre designer impegnati nel progetto |
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un quad
è un veicolo concepito su di una moto fuoristrada,
ma con quattro ruote, generalmente tassellate
ha il manubrio,
e non il volante di un'auto
non ha differenziale, quindi
la trazione posteriore è fatta direttamente su ambedue
le ruote
ciò ne rende l'uso in strade asfaltate
con curve strette parecchio difficoltoso, perché
la ruota interna percorre la stessa strada di quella esterna
(come i kart); e come i kart, infatti, deve essere guidato
con la derapata del posteriore
in terreni accidentati il
quad è molto comodo, e l'assenza del differenziale
non si nota molto
una particolarità è il
modo di agire sul gas: tramite una leva e non tramite manopola
il drako, quindi, è un quad, anche se più di una persona lo chiama "triciclo
a quattro ruote", contraddicendo proprio il termine
"triciclo"
mentre
si cominciava a lavorare attorno all'idea del drako, in
cavallino si parlava di progettare un trattore, o qualcosa
del genere, che potesse far concorrenza ad alcuni produttori
tedeschi di giocattoli a pedali
fu così che g.simeone
cominciò a gettare le basi di un trattorino a pedali,
cercando di dargli un aspetto non troppo consueto
come
è abitudine di Piccinato si prova sempre a fare ricerca,
ricerca di contenuti, di linee, di stili, di materiali,
piuttosto che copiare e riprodurre ciò che già
esiste
infatti anche il dakar è una prova della
volontà di staccarsi nettamente dalla linea di un
camion tradizionale |
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in
fase di ricerca dei prodotti della concorrenza vennero alla
luce due aspetti importanti
il primo era che la maggior parte dei prodotti tedeschi
(vari marchi, tra cui faber), francesi (soprattutto smoby)
e americani (primo fra tutti little tikes) sono prodotti
in polietilene, con la tecnica del soffiaggio
il secondo
era che quei prodotti, soprattutto i tedeschi e americani,
erano composti da un considerevole numero di pezzi, molti
dei quali avvitati
ciò ci ha portato a delle conclusioni
la cavallino era un'azienda impostata prevalentemente sulla
tecnica dello stampaggio ad iniezione; questo aspetto era
interessante per giocattoli di piccole dimensioni, ma laddove
un prodotto poteva essere cavalcato e guidato da un bimbo,
si sarebbe corso il rischio di rendere l'oggetto pericoloso
ciò perché il prodotto a iniezione è
fatto a forma di "guscio", ossia c'è sempre
un lato aperto, per l'estrazione del pezzo dalla macchina,
e quindi avremmo ottenuto delle carrozzerie aperte, con
pareti dello spessore di pochi millimetri, probabilmente
taglienti; quindi si doveva ricorrere al soffiaggio
un altro aspetto era il numero di pezzi e le modalità
di assemblaggio
se si voleva produrre un articolo economico,
ma di forte impatto, si doveva puntare sull'aggressività,
sul numero ridotto di componenti e sulla velocità
di assemblaggio
abbandonata l'idea del trattore, ci si avvicina di più
a un'auto, con qualche ammiccamento a un dune buggy
compare
il grande parafango posteriore e lo schienale |
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è
stato difficile introdurre la tecnica del soffiaggio in
un'azienda fortemente radicata sull'iniezione, anche se
il soffiaggio veniva usato sporadicamente per stampare le
ruote di camion di medie dimensioni (esempio supergigante)
e per il dakar
ma era l'unica strada percorribile
cavallino, in quel momento,
possedeva diverse macchine per l'iniezione, mentre i componenti
soffiati venivano prodotti esternamente
l'azienda decise
allora di acquistare una macchina per il soffiaggio della
plastica, e in quel caso una usata andava benissimo;
ne
trovò una, in ottimo stato, anche se l'unico difetto
era che non poteva stampare pezzi più grandi di 80
centimetri
a questo punto, il brief per i designer era
chiaro: si doveva produrre un articolo soffiato, con pezzi
non più lunghi di 80 cm, ma che doveva apparire
imponente e importante almeno quanto i giocattoli tedeschi,
che però erano lunghi 110 cm
il progetto ripartì con l'ipotesi di utilizzare un
telaio portante di 80 cm, con appendici sporgenti in grado
di ingrandire l'immagine del drako; vennero quindi pensate
ruote soffiate di grandi dimensioni, molto sporgenti, un
manubrio, anch'esso soffiato, dei "generosi" parafanghi
posteriori e uno schienale, frutto di un attento studio
ergonomico, posizionabile in diverse posizioni, per una
maggiore adattabilità al bambino |
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l'evoluzione
del progetto ci ha portato a disegnare una forma slanciata
ed aerodinamica, per il corpo centrale
per il muso ci siamo
ispirati a superfici lisce, senza prese d'aria, griglie
o inutili impreziosimenti, che avrebbero soltanto rovinato
la linea
in passato avevamo già progettato uno scooter,
per cui l'esperienza era tale per cui non ci sarebbero state
grosse difficoltà in questo senso
volevamo anche
che il drako potesse piacere al bambino, qualora fosse esposto
in bella evidenza in un grosso toy center, e non solo al
papà che glielo comperava
quindi, abbiamo pensato
che anche una forma slanciata come una formula uno sarebbe
stata interessante; nello studio di Ottorino Piccinato è
continua la ricerca
nel campo dell'aerodinamica, e la f.1 è uno dei
campi in cui questa ricerca trova ampio spazio
dopo aver raccolto sufficienti immagini e informazioni,
abbiamo iniziato a preparare quelle che sarebbero diventate
le forme definitive, grazie alla matita (anzi la penna,
dato che usa una bic) di giulio simeone
i nostri designer
hanno lavorato intorno al mondo della f.1 non solo per gli
studi sull'aerodinamica, ma anche per aver contribuito alla
grafica della minardi f.1 |
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per
il drako abbiamo voluto che il bambino potesse usare l'oggetto,
il "suo" drako, con il massimo della sicurezza
e delle prestazioni
la sicurezza è data, anche grazie
alla tecnologia del soffiaggio, all'arrotondamento delle
forme e di tutti gli spigoli, pur mantenendo una veste aggressiva
è
questo il caso della parte posteriore del mezzo che,
a differenza dell'anteriore molto liscia, è modellata
in modo attinente alla realtà di un quad
quindi
si vede distintamente la riproduzione di un grande mono-ammortizzatore
posteriore, la sporgenza di uno scarico ad espansione, tipico
dei due tempi, il coperchio del volano e dell'accensione
il tutto realizzato esclusivamente modellando il corpo centrale
senza alcun movimento all'interno dello stampo: per noi,
per il cliente e per lo stampista questo è un ottimo
risultato
per la modellazione del posteriore, le informazioni
non ci mancavano, in quanto alcuni dei nostri designer sono
grandi appassionati di cross ed enduro, e, inoltre, avevamo già progettato nel settore moto da fuoristrada:
un esempio è il design dell'ancillotti enduro, già
nel 1985
e, in campo stradale, di uno scooter per aprilia,
evoluto in seguito nel modello gulliver |
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la
trazione del drako è a pedali, con catena interna
collegate all'asse posteriore
il drako si adatta a bimbi
di ogni taglia, grazie al poggiaschiena posizionabile in
diverse posizioni
la sella è allungata anche per
permettere al bimbo di caricare l'amico o, meglio, l'amica
scendendo dal drako è possibile sollevare la sella
come uno scooter, ed inserire degli oggetti (es. un casco)
o dei giocattoli nel vano
la grafica del drako è volutamente scarna, perché
riteniamo che le forme, le proporzioni, i materiali comunichino
abbastanza senza bisogno di eccessivi sovraccarichi di informazioni
abbiamo comunque inserito dei motivi grafici progettati
da monica graffeo, e degli adesivi per rendere più
realistica la zona del cruscotto e del vano motore
i
disegni del drako sono stati eseguiti rigorosamente a penna,
tranne i rendering di presentazione, che sono stati fatti
a pantone e gessetto su carta colorata |
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