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            |  | design del camion dakar per cavallino giocattoli |  |  
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            |  | quando 
              cavallino giocattoli ci commissionò il progetto del 
              dakar, si era ancora molto lontani dall'idea di ciò 
              che doveva essere realizzato, sia in termini di forma 
              e caratteristiche, sia soprattutto in termini dimensionali, nel senso che inizialmente il brief prevedeva un nuovo tipo 
              di camion giocattolo dalle dimensioni contenute (circa 35 
              cm. di lunghezza) 
 in questa prima fase di approccio al progetto venne fornita all'azienda una vasta serie di schizzi tra 
              cui scegliere per l'impostazione della forma
 
 e da subito 
              nacque l'idea di rendere il camion adattabile ad ogni terreno, 
              immaginando che il bambino ci avrebbe giocato sia in spiaggia 
              che nei giardini pubblici
 
 quindi venne proposta l'idea di 
              un camion con cabina sterzante e con la possibilità 
              anche di basculare attorno all'asse longitudinale, per adattarsi 
              appunto ad ogni avvallamento del terreno
 
 questo progetto 
              fu presentato sottoforma di modello in resina ed espanso a 
              un convegno organizzato da cavallino presso il proprio stand 
              al gio-sun di rimini, una fiera specializzata per il giocattolo 
              e l'arredamento da giardino
 
 davanti a quindici rappresentanti 
              dell'azienda, Ottorino Piccinato ed elisabetta mosca presentarono 
              il progetto (ancora non si chimava dakar) insieme ad altre 
              idee per futuri giocattoli
 
 i rappresentanti accolsero con 
              entusiasmo l'idea di un giocattolo "rivoluzionario", 
              pur restando all'incirca nei costi di un camiocino normale, 
              per cui il progetto definitivo fu avviato
 
 si decise per una linea morbida, arrotondata, anche per differenziarsi 
              dalle linee molto rigide adottate fino a quel momento dall'azienda
 
 ciò avveniva per due motivi principali
 
 il primo era 
              il fatto che fino ad allora si erano sempre prodotti camion 
              come riproduzione di veicoli esistenti, che, negli anni '80, 
              erano decisamente spigolosi
 
 ma il motivo reale consiste nel 
              fatto che il modellista utilizzato fino a quel momento da 
              cavallino, peraltro bravissimo, utilizzava quasi esclusivamente 
              il legno; poiché il modellista era anche l'ideatore 
              delle forme, il fatto di usare un materiale non plasmabile, 
              rendeva l'oggetto naturalmente rigido, lineare, con lati dritti 
              e pochissime bombature, difficili da fare in legno
 
 l'avvento, con noi, di modellisti specializzati 
              in diversi materiali, ha fatto sì che i designer impegnati 
              nella creazione di nuovi modelli fossero liberi di creare 
              qualsiasi forma, purché ottenibile tramite stampaggio 
              ad iniezione
 
 fu così che venne proposta una cabina 
              morbida, nuova, che non si rifaceva ad alcuna forma esistente, 
              e divisa in due parti: la cabina vera e propria sopra, e la 
              scocca, grigia, sotto
 
 lo sdoppiamento della cabina ci ha 
              permesso di "chiudere" la forma nella parte inferiore, 
              cosa non possibile per una normale cabina realizzata in un 
              solo pezzo ad iniezione, perché il sottosquadra non 
              avrebbe permesso la fuoriuscita del pezzo dallo stampo
 
 cavallino valutò il costo di un secondo stampo per 
              la cabina e accettò la nostra idea
 
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            |  | inizialmente sono statio studiati i modelli della concorrenza, 
              tra i quali il camion volquete, di cui ilaria 
              caporali ha realizzato rilievi e rendering |  |  
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            |  | i primi schizzi presentati a cavallino giocattoli: da subito nacque l'idea di rendere la cabina rotante sui due 
              assi e la realizzazione della stessa in due stampi; 
              gli schizzi sono di giulio simeone |  |  
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            |  | il primo modello, in resina, del dakar: la forma è 
              già definita nei suoi tratti principali, mentre le 
              dimensioni sono ancora molto contenute: circa 35 cm di lunghezza; da notare l'assale di centro che, grazie ad un'asola verticale 
              nello stampo del telaio, è libero di muoversi verticalmente, 
              adattandosi al terreno; la "potenza" del dakar è 
              tale da schiacciare una lattina di coca; il modello iniziale 
              e la fotografia sono di matteo avanzi |  |  
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            |  | quando 
              cavallino giocattoli vide il modello, assieme ad una animazione 
              realizzata col computer da matteo avanzi e presentata in seguito 
              al salone internazionale del giocattolo, si rese conto che 
              sarebbe stato un peccato impegnare questo design per un camioncino 
              di piccole dimensioni 
 e così ci venne chiesto di renderlo 
              più grande
 
 e, di modello in modello, si passò 
              da 35 centimetri a circa 60
 
 un bel salto, soprattutto considerando 
              che, variando le dimensioni, cambiavano i competitors, perché 
              la concorrenza proponeva al mercato camion più grandi, 
              ma con caratteristiche e accesori tali da giustificare l'aumento 
              del prezzo
 
 l'azienda e lo studio decisero però di 
              non aggiornare il prodotto ai continui cambiamenti dimensionali, 
              puntando ad un prodotto grande, imponente, ma economico, visto 
              che c'erano già due punti a favore del dakar: la linea 
              non consueta e la manovrabilità, e, non ultima, la 
              grande capienza del cassone posteriore
 
 venne realizzato da 
              pablo vergellin un modello in espanso di 60 cm, e i due modelli 
              vennero immortalati in un'immagine che rappresnta l'evoluzione 
              del progetto
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            |  | ci 
              furono altre riunioni e si decise, questa volta definitivamente, 
              che si poteva fare un dakar lungo ben 84 centimetri 
 per la 
              realizzazione del modello con le nuove dimensioni si utilizzò 
              il sistema denominato "reverse engineering": si 
              prende il modello in resina, o in espenso, lo si posiziona 
              sotto un "tastatore", che ne rileva le sezioni trasversali 
              e longitudinali distanziate di due millimetri
 
 il percorso 
              del tastatore viene indirizzato a un computer che, tramite 
              il software duct ne memorizza i punti (nuovola di punti) e 
              ne raffigura l'immagine complessiva a video
 
 una volta ottenuta 
              la superficie vengono fatti degli aggiustamenti, e viene memorizzato 
              il file
 
 a questo punto viene chiesto al programma di ingrandire 
              la forma della percentuale desiderata e si salva il file in 
              formato iges, per la lavorazione di un nuovo modello in mdf 
              per la valutazione finale
 
 davanti alla forma definitiva cavallino 
              giocattoli e i nostri progettisti hanno dato il via alla lavorazione 
              dello stampo in acciaio
 
 per uno studio di design questa è 
              sempre una decisione difficile perché si tratta di 
              decidere come impegnare diverse centinaia di milioni di lire (n.d.r allora non c'era l'euro)
 
 contemporaneamente abbiamo realizzato il progetto 
              dei cerchioni delle ruote del dakar, utilizzando un altro 
              software, l'eureka gold, poi diventato think design
 
 il risultato finale è reso pubbliico attraverso le 
              immagini qui sotto; è il 1995
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            |  | ultimati 
              i disegni per gli stampi, si passò alla grafica; 
              di cui vengono raffigurati due esempi: i fari anteriori 
              e posteriori 
 per semplificare lle operazioni di montaggio 
              degli adesivi, venne scelta la soluzione dei fari trapezioidali 
              con fari tondi disegnati, anzichè i fari tondi, presenti 
              invece nei modelli iniziali
 
 i disegni sono stati realizzati 
              utilizzando corel draw, a nostro avviso il miglior programma 
              di grafica in commercio
 
 
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            |  | per le foto ufficiali venne convocato un ragazzino che, 
              molto malvolentieri, indossò la maglietta col marchio 
              cavallino (anche il marchio è un nostro progetto) 
              e si presentò con mamma e truccatrice personale, 
              quasi come un divo di hollywood |  |  
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