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design della penna molly per confar |
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l'idea
della penna molly è nata da un incontro avvenuto
tra il sig.martinelli, titolare della confar di Milano,
e Ottorino Piccinato, allora presidente della società
Milano los angeles studio design
la confar era allora divenuta
celebre grazie alla realizzazione di un'altra penna in materiale
plastico, destinata prevalentemente al mercato dell'articolo
promozionale, per il cui lancio era stato addirittura chiamato
come "testimonial" sylvester stallone nei "panni"
di rambo che imbracciava la penna, ovviamente ingrandita,
al posto del mitra
in quel periodo un'altra azienda, sempre
nell'hinterland milanese, aveva imposto al mercato promozionale
una penna denominata snappy, venduta in svariati milioni
di esemplari
la snappy, che sponsorizzava anche vetture
di formula 3000, era una penna piatta e aveva, come elemento
di distinzione, un filo di acciaio cromato che girava attorno
al corpo penna e al cappuccio, permettendo a quest'ultimo
di ruotare su stesso e di aprire o chiudere la penna
la
chiusura dava all'utente un feedback indistinguibile, una
sorta di "tlack" o "snapp", da cui il
nome snappy
il brief consegnato da confar consisteva nella
necessità di proporre al mercato una penna che potesse
infastidire lo strapotere della snappy
l'idea migliore
che emerse durante le riunioni tra i designer dello studio
Milano los angeles consisteva in una penna che, a differenza
della maggioranza delle penne esistenti, avesse il cappuccio
sempre legato al corpo penna, per evitare di perderlo, come
spesso accade
da un'indagine svolta dallo studio stesso,
due erano le penne interessanti in possesso di tale requisito:
la snappy e un modello della parafernalia
quest'ultima,
pur molto gradevole da un punto di vista estetico, risultava
scomoda in quanto il cappuccio, legato al corpo penna da
simpaticissimi elastici in gomma, restando appeso alla penna
senza supporto dava fastidio in fase di scrittura
la penna
snappy risultava invece abbastanza comoda (ergonomica no)
in fase di scrittura e l'idea del cappuccio-clack era vincente
era inattaccabile, anche perché protetta da un brevetto
che vietava l'uso da parte di chiunque di una "penna
con cappuccio che ruotava attorno al centro del corpo penna"
ciò significava che, volendo progettare una penna,
anche dal design completamente diverso, era sufficiente
spostare un qualsiasi perno dal centro del corpo penna per
non imbattersi nel brevetto snappy
e così fu
fu
progettata una penna che, tramite delle molle appositamente
progettate e costruite dal mollificio alombi di Milano,
mantenesse il cappuccio in posizione ferma, sia a penna
aperta che chiusa
funzionava molto meglio della parafernalia
e non intaccava il brevetto snappy
alla penna fu data una
forma piatta, cioè a sezione quadra, per facilitare
l'operazione di serigrafia per renderla promozionale
al
cappuccio venne data la forma di una pallina, e la penna
fu lanciata al chibi&cart di Milano |
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la penna fu apprezzata dalla clientela
fin dal suo debutto
qualcuno ci vedeva anche la forma di
un omino con le braccia (le molle) che scendevano lungo
il corpo
altri si accorsero che la molly, grazie al fondo
piatto (le formula uno non c'entrano, e allora erano ancora
in uso le minigonne) poteva restare in piedi, anche se in
equilibrio precario
queste considerazioni furono comunque
utili in quanto costituirono parte del brief per il packaging
della penna, realizzato come fosse una tribuna, con tutte
le molly ordinate sugli spalti
una volta presentata la
penna, l'attenzione della confar venne rivolta alla forma
del cappuccio, una sfera, o meglio, una palla
e così
si pensò di personalizzare la penna con diverse caratterizzazioni
delle palle, in funzione degli sport che rappresentavano:
nacque quindi la molly sport
la penna, così trasformata,
seguì ancora il canale promozionale, ma venne anche
introdotta nel settore della cartoleria, con grande successo
successo che non comportò maggiori guadagni per noi, in possesso di un contratto a royalties (£
7 per ogni penna venduta) limitato al settore promozionale
la penna è sempre quella ma il fatto che il contratto
prevedesse quella precisazione era inconfutabile
l'aspetto
comico della questione fu il fatto che su tutte le penne,
sia quelle "base" che le "sport", fosse
impressa la dicitura in rilievo "des-mi-la",
che significa "design Milano los angeles"
alcuni
clienti hanno trovato nella molly sport, cioè in
una penna in cui si poteva cambiare non solo la scritta
serigrafata ma anche la forma del cappuccio, un'ulteriore
possibilità di personalizzazione
infatti uno in
particolare ordinò alcune migliaia di molly col chicco da caffè al posto della pallina |
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la
molly pen è stata oggetto di una ricerca portata
avanti all'interno dello studio di Ottorino Piccinato e
condotta dal designer francese valentin pinta, stagista
per tre mesi, per ciò che riguarda l'utilizzo di
software per il rendering fotorealistico
in
occasione dei campionati mondiale di calcio (soccer) del
'90 in italia, fu lanciata la molly versione italia'90,
venduta in una confezione blister (un po' kitsch) tricolore
per l'occasione il testimonial scelto fu diego maradona
la
molly football grazie anche al lancio del magazine sportivo
supergol divenne la "penna della nazionale": era
il 1986
nel
1986 la penna molly venne selezionata in un concorso di
design dedicato all'italia del design per una mostra presso
i magazzini seibu in giappone
il
successo della penna molly ci permise (allora il nome dello
studio di Piccinato era Milano los angeles studio design)
di progettare una serie di penne in metallo per la bic attraverso la società svedese bic-ballograf |
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