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design della penna molly per confar
tipologia product design
azienda
anno 1986
descrizione
penna promozionale e da cartoleria
design fabrizio latini, Ottorino Piccinato in Milano los angeles studio design
rendering valentin pinta
fotografie davide tamarozzi (tama studio)
l'idea della penna molly è nata da un incontro avvenuto tra il sig.martinelli, titolare della confar di Milano, e Ottorino Piccinato, allora presidente della società Milano los angeles studio design

la confar era allora divenuta celebre grazie alla realizzazione di un'altra penna in materiale plastico, destinata prevalentemente al mercato dell'articolo promozionale, per il cui lancio era stato addirittura chiamato come "testimonial" sylvester stallone nei "panni" di rambo che imbracciava la penna, ovviamente ingrandita, al posto del mitra

in quel periodo un'altra azienda, sempre nell'hinterland milanese, aveva imposto al mercato promozionale una penna denominata snappy, venduta in svariati milioni di esemplari

la snappy, che sponsorizzava anche vetture di formula 3000, era una penna piatta e aveva, come elemento di distinzione, un filo di acciaio cromato che girava attorno al corpo penna e al cappuccio, permettendo a quest'ultimo di ruotare su stesso e di aprire o chiudere la penna

la chiusura dava all'utente un feedback indistinguibile, una sorta di "tlack" o "snapp", da cui il nome snappy

il brief consegnato da confar consisteva nella necessità di proporre al mercato una penna che potesse infastidire lo strapotere della snappy

l'idea migliore che emerse durante le riunioni tra i designer dello studio Milano los angeles consisteva in una penna che, a differenza della maggioranza delle penne esistenti, avesse il cappuccio sempre legato al corpo penna, per evitare di perderlo, come spesso accade

da un'indagine svolta dallo studio stesso, due erano le penne interessanti in possesso di tale requisito: la snappy e un modello della parafernalia

quest'ultima, pur molto gradevole da un punto di vista estetico, risultava scomoda in quanto il cappuccio, legato al corpo penna da simpaticissimi elastici in gomma, restando appeso alla penna senza supporto dava fastidio in fase di scrittura

la penna snappy risultava invece abbastanza comoda (ergonomica no) in fase di scrittura e l'idea del cappuccio-clack era vincente

era inattaccabile, anche perché protetta da un brevetto che vietava l'uso da parte di chiunque di una "penna con cappuccio che ruotava attorno al centro del corpo penna"

ciò significava che, volendo progettare una penna, anche dal design completamente diverso, era sufficiente spostare un qualsiasi perno dal centro del corpo penna per non imbattersi nel brevetto snappy

e così fu

fu progettata una penna che, tramite delle molle appositamente progettate e costruite dal mollificio alombi di Milano, mantenesse il cappuccio in posizione ferma, sia a penna aperta che chiusa

funzionava molto meglio della parafernalia e non intaccava il brevetto snappy

alla penna fu data una forma piatta, cioè a sezione quadra, per facilitare l'operazione di serigrafia per renderla promozionale

al cappuccio venne data la forma di una pallina, e la penna fu lanciata al chibi&cart di Milano
la penna fu apprezzata dalla clientela fin dal suo debutto

qualcuno ci vedeva anche la forma di un omino con le braccia (le molle) che scendevano lungo il corpo

altri si accorsero che la molly, grazie al fondo piatto (le formula uno non c'entrano, e allora erano ancora in uso le minigonne) poteva restare in piedi, anche se in equilibrio precario

queste considerazioni furono comunque utili in quanto costituirono parte del brief per il packaging della penna, realizzato come fosse una tribuna, con tutte le molly ordinate sugli spalti

una volta presentata la penna, l'attenzione della confar venne rivolta alla forma del cappuccio, una sfera, o meglio, una palla

e così si pensò di personalizzare la penna con diverse caratterizzazioni delle palle, in funzione degli sport che rappresentavano: nacque quindi la molly sport

la penna, così trasformata, seguì ancora il canale promozionale, ma venne anche introdotta nel settore della cartoleria, con grande successo

successo che non comportò maggiori guadagni per noi, in possesso di un contratto a royalties (£ 7 per ogni penna venduta) limitato al settore promozionale

la penna è sempre quella ma il fatto che il contratto prevedesse quella precisazione era inconfutabile

l'aspetto comico della questione fu il fatto che su tutte le penne, sia quelle "base" che le "sport", fosse impressa la dicitura in rilievo "des-mi-la", che significa "design Milano los angeles"

alcuni clienti hanno trovato nella molly sport, cioè in una penna in cui si poteva cambiare non solo la scritta serigrafata ma anche la forma del cappuccio, un'ulteriore possibilità di personalizzazione

infatti uno in particolare ordinò alcune migliaia di molly col chicco da caffè al posto della pallina
la molly pen è stata oggetto di una ricerca portata avanti all'interno dello studio di Ottorino Piccinato e condotta dal designer francese valentin pinta, stagista per tre mesi, per ciò che riguarda l'utilizzo di software per il rendering fotorealistico

in occasione dei campionati mondiale di calcio (soccer) del '90 in italia, fu lanciata la molly versione italia'90, venduta in una confezione blister (un po' kitsch) tricolore

per l'occasione il testimonial scelto fu diego maradona

la molly football grazie anche al lancio del magazine sportivo supergol divenne la "penna della nazionale": era il 1986

nel 1986 la penna molly venne selezionata in un concorso di design dedicato all'italia del design per una mostra presso i magazzini seibu in giappone

il successo della penna molly ci permise (allora il nome dello studio di Piccinato era Milano los angeles studio design) di progettare una serie di penne in metallo per la bic attraverso la società svedese bic-ballograf
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