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            |  | newton n.8 |  |  
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            |  | su 
                con la schiena! |  |  
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            |  | newton pubblica un'indagine 
                    sulle cause più comuni dei dolori alla schiena con 
                intervista esclusiva a Ottorino Piccinato |  |  
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                |  | su 
                    con la schiena! 
 contratture 
                        muscolari, gastrite, costituzione: il mal di schiena ha 
                        tante cause. ma si può prevenire in molti modi. 
                        anche con sedie da lavoro "dinamiche" e nuovi 
                        materiali
 
 e nei casi estremi interviene l'alta tecnologia
 
 comincia con una fitta sgradevole che toglie il fiato
 
 poi si consolida in un dolore persistente, una specie 
                        di morsa che impedisce i movimenti sciolti
 
 interessa 
                        soprattutto la zona lombare, ma può colpire anche 
                        quella dorsale oppure cervicale
 
 e non fa eccessive distinzioni 
                        di età, tanto che è in aumento il numero 
                        di giovani che soffre di rachialgia, il nome scientifico 
                        di quel disturbo diffuso che è mal di schiena
 
 nel 1996 un'indagine dell'unione europea su circa 15mila 
                        lavoratori dei diversi paesi ha rilevato che questa patologia 
                        è al primo posto in assoluto fra quelle definite 
                        "non mortali": se ne lamenta il 30 per cento 
                        degli intervistati
 
 ma non basta
 
 in media, una persona 
                        si assenta per malattia circa quattro giorni all'anno, 
                        però se l'occupazione prevede posture non corrette 
                        (in piedi o seduti) o attività fisicamente pesanti, 
                        i giorni di assenza superano gli otto
 
 altre cifre ancora 
                        ribadiscono la dimensione del fenomeno: ogni anno ricorrono 
                        all'intervento del medico 15mila italiani; 20 milioni 
                        negli stati uniti (dove le indagini sono statisticamente 
                        più accurate), con un maggiore coinvolgimento degli 
                        uomini tra i 30 e i 50 anni
 
 il dolore alla schiena, dunque: 
                        un campanello d'allarme, un sintomo legato a doppio filo 
                        alla colonna vertebrale, questo efficiente sostegno del 
                        corpo formato da ossa che circondano e proteggono il midollo 
                        spinale
 
 qui si trovano i fasci nervosi che hanno il compito 
                        di trasmettere, tra l'altro, il segnale che qualcosa non 
                        funziona correttamente per colpa, per esempio, di una 
                        scoliosi (deviazione del rachide), dell'osteoporosi (perdita 
                        di minerali dell'osso)
 
 o di una postura scorretta
 
 un 
                        circolo vizioso
 
 "il classico dolore alla schiena 
                        non riguarda le ossa, ma ha prevalentemente origine da 
                        una tensione muscolare", spiega roberto clerici, 
                        fisiatra e riabilitatore
 
 "uno sforzo eccessivo e 
                        improvviso sul dorso, come avviene quando si solleva un 
                        peso in maniera maldestra, una posizione sbagliata assunta 
                        per parecchie ore al giorno stando seduti di fronte a 
                        un computer o in macchina, ne sono la causa primaria
 
 se, poi, in precedenza c'è stato un trauma, la 
                        schiena diventa una zona di minore resistenza, che verrà 
                        colpita più precocemente dall'artrosi, cioè 
                        dal deterioramento delle articolazioni"
 
 i punti 
                        critici? partendo dall'alto, il collo, il dorso e la zona 
                        lombare
 
 lavorando al computer, per esempio, si mettono 
                        sotto pressione prima di tutto le vertebre cervicali e 
                        i muscoli del collo, se la posizione del pc è troppo 
                        alta o troppo bassa o spostata di lato, e i muscoli del 
                        nervo ottico
 
 "ma non dimentichiamo", avverte 
                        clerici, "che tutto parte dal cervello: l'attenzione, 
                        la concentrazione senza soste provocano tensione muscolare 
                        e con il tempo sofferenza, che scende piano piano e arriva 
                        fino al dorso
 
 il dolore tra le vertebre dorsali o tra 
                        le scapole può anche avere lì la sua origine 
                        oppure, molto spesso, segnala la proiezione di una compressione 
                        dei muscoli e dei nervi intercostali scatenata da una 
                        posizione ingobbita
 
 in sostanza, la causa si trova davanti, 
                        però l'effetto si registra sulla schiena, di solito 
                        su un solo lato"
 
 ma è nella sua ultima porzione, 
                        lombare e sacrale, che la colonna vertebrale subisce gli 
                        attacchi più duri in quanto è destinata 
                        a reggere tutto il peso del corpo
 
 ed ecco che un atteggiamento 
                        costantemente scorretto o uno sforzo eccessivo e improvviso 
                        provocano un'infiammazione nella zona interessata; l'infiammazione 
                        determina una contrattura muscolare che provoca dolore; 
                        questo a sua volta aumenta la contrattura, che peggiora 
                        la sofferenza: un circolo vizioso che partito dalla zona 
                        lombare si può irradiare all'inguine fino alle 
                        gambe
 
 a questo punto fa male stare seduti, fa male stare 
                        in piedi, ogni movimento, anche il più normale 
                        come salire un gradino o allacciarsi le scarpe, diventa 
                        una fatica improba
 
 l'importante è tenersi in curva
 
 "diversi studi hanno chiarito che esiste una certa 
                        predisposizione costituzionale ai disturbi del tratto 
                        lombare e alla formazione di ernie, cioè alla fuoriuscita 
                        del disco intervertebrale", spiega clerici
 
 "tanto 
                        che anche chi segue uno stile di vita corretto e fa regolarmente 
                        esercizio fisico può un giorno presentare questi 
                        problemi
 
 inoltre si è calcolato che se si è 
                        seduti con il corpo insaccato, cioè se "l'angolo 
                        di taglio" tra l'osso sacro e la quinta vertebra 
                        lombare si stringe, il carico sul quinto disco può 
                        aumentare del 65-75 per cento
 
 il problema è ancora 
                        più accentuato per chi è in sovrappeso
 
 ma attenzione, anche chi è troppo magro è 
                        "predestinato": non ha grasso ma neppure muscolatura, 
                        quindi è privo di quel corsetto naturale che sostiene 
                        la colonna vertebrale (e infatti, nelle crisi acute si 
                        prescrive l'aiuto di un corsetto semirigido)
 
 se, in aggiunta, 
                        una persona conduce una vita sedentaria e non fa attività 
                        fisica di rinforzo della muscolatura specifica, il rachide 
                        si infossa sempre di più"
 
 il processo è 
                        inevitabile: le vertebre si abbassano progressivamente 
                        e schiacciano il disco, provocando dolore per la compressione 
                        delle terminazioni nervose; con il tempo il disco, non 
                        avendo più spazio, comincia a sporgere tra le vertebre 
                        creando una protrusione, che può trasformarsi in 
                        ernia
 
 "l'essere umano è fatto per la posizione 
                        eretta", spiega giuseppe plebani, fisioterapista 
                        e consulente scientifico dell'azienda norvegese stokke
 
 "per questo motivo quando stiamo seduti dobbiamo 
                        cercare di mantenere inalterate le curve fisiologiche 
                        che sono alla base del nostro equilibrio e frutto di migliaia 
                        di anni di evoluzione, fondamentali perché si possa 
                        camminare, correre, sollevare pesi; in una parola, vivere
 
 la curva", continua plebani, "risponde a un 
                        principio biomeccanico, serve cioè a sostenere 
                        un peso
 
 il corpo umano ne possiede quattro principali, 
                        quelle del dorso e del sacro (dette cifotiche) e quelle 
                        lombari e cervicali (lordotiche), che nel loro insieme 
                        hanno una capacità di resistenza eccezionale
 
 se 
                        noi annulliamo le curve, tutte le forze che si scaricano 
                        sui dischi vertebrali alterano la nostra struttura, legamenti 
                        e muscoli vengono stirati e si soffre
 
 un esempio per 
                        capire meglio: un animale forte come il gorilla è 
                        privo della lordosi lombare, per questo non può 
                        sollevare un peso superiore alla metà del suo peso 
                        corporeo"
 
 seduti, ma in movimento mettere le nostre 
                        schiene al sicuro non dipende soltanto dallo stile di 
                        vita e dalle cure mediche, ma anche, e soprattutto, dall'ambiente 
                        in cui viviamo
 
 tutti gli oggetti che ci circondano possono 
                        direttamente o indirettamente contribuire all'insorgenza 
                        e all'aggravarsi dei disturbi della colonna vertebrale
 
 sedie, tavoli, "comodi" divani in cui sprofondare 
                        durante il tempo libero per guardare la televisione o 
                        leggere un libro, per non parlare dei sedili delle automobili, 
                        delle scrivanie, dei banchi delle aule scolastiche o universitarie: 
                        l'elenco dei nemici della schiena è lunghissimo
 
 eppure da oltre trent'anni esiste una disciplina, l'ergonomia, 
                        che studia le condizioni e l'ambiente di lavoro per adattarli 
                        alle esigenze psico-fisiche delle persone e migliorare 
                        l'efficienza produttiva
 
 non siamo ancora arrivati a prodotti 
                        "perfetti" accessibili a tutti, perché 
                        attualmente i prezzi in rapporto alla qualità sono 
                        alti
 
 del resto in italia sta nascendo solo ora la consapevolezza 
                        che un ambiente di lavoro accogliente e attento alle esigenze 
                        dei singoli rappresenta un vantaggio economico per le 
                        aziende (siamo l'unico paese in europa che non riconosce 
                        come malattie professionali le patologie legate agli arti 
                        superiori)
 
 ma quando capita di trovare una sedia dalla 
                        quale ci si può alzare dopo un paio d'ore senza 
                        sentirsi irrigiditi e indolenziti o una poltrona in cui 
                        godersi un film senza agitarsi in continuazione per trovare 
                        la posizione migliore, ebbene questo lo dobbiamo ai progettisti, 
                        che rappresentano una tappa fondamentalenella produzione 
                        di un oggetto
 
 spiega Ottorino 
                        Piccinato, designer e responsabile didattico della 
                        scuola italiana di design di Padova: 
                        "due settori hanno favorito nel tempo lo sviluppo 
                        dell'ergonomia; le guerre, purtoppo, dove è necessario 
                        progettare arnesi che i soldati possano utilizzare con 
                        un tempo di reazione minimo; e sport come la formula uno, 
                        che hanno suggerito soluzioni sfruttate poi per le auto 
                        "normali"; in ogni caso bisogna pensare a cosa 
                        succede nell'interazione tra uomo e oggetto"
 
 nelle 
                        varie fasi di progettazione di una sedia, per esempio, 
                        i contributi teorici sono rilevanti: includono non soltanto 
                        la conoscenza dell'antropometria, cioè della misura 
                        del corpo umano e delle sue parti, ma anche della storia 
                        dell'oggetto e dell'uso cui è destinato
 
 "durante 
                        questa fase", continua Piccinato, "bisogna chiedersi 
                        chi e per quanto tempo utilizzerà per esempio una 
                        sedia; ma anche dove: cioè in cucina, in sala da 
                        pranzo, in ufficio o al cinema"
 
 il "peso" 
                        di quei 30 centimetri un altro problema che si pone in 
                        fase di progettazione è, indubbiamente, quello 
                        del confort
 
 "il supporto lombare è la parte 
                        più importante di una sedia e si trova a circa 
                        30 cm dal sedile: si tratta di un arco che serve a far 
                        piegare la schiena seguendo le curve fisiologiche della 
                        colonna vertebrale
 
 ma anche il reggi testa, il reggi 
                        spalle sono parti indispensabili, soprattutto quando non 
                        sono fisse ed esiste una possibilità di regolazione: 
                        non tutti abbiamo la stessa costituzione e le parti mobili 
                        assicurano una maggiore adattabilità"
 
 e la 
                        poltrona ideale? "è quella dotata di un motorino 
                        elettrico che consente di cambiare posizione nell'arco 
                        di mezz'ora consentendo un continuo movimento di tutti 
                        i muscoli", assicura Piccinato
 
 "certo, i meccanismi 
                        sono costosi, ecco perché si sta cercando di ottenere 
                        la stessa possibilità di movimento con nuovi materiali 
                        (fibroresine e policarbonati) più elastici, flessibili 
                        e resistenti in grado di reagire in maniera diversa a 
                        seconda della pressione fornita dal corpo"
 
 in automobile, 
                        però, le cose cambiano
 
 di solito il sedile è 
                        concepito in modo da essere modellato a misura dell'utente, 
                        creando una maggiore o minore pressione sulla zona lombare
 
 "però occorre tenere in considerazione non 
                        soltanto il rapporto tra guidatore e sedile", continua 
                        Piccinato, "ma soprattutto quello tra guidatore, 
                        sedile e tutto il resto dell'abitacolo, a partire dagli 
                        oggetti più vicini come i pedali e il volante
 
 i costruttori si stanno orientando verso la progettazione 
                        di vetture dotate di pulsanti che tengono in memoria le 
                        regolazioni del sedile: ciò consentirà di 
                        avere a disposizione un certo numero di posizioni prefissate 
                        nel rispetto del rapporto tra guidatore e specchietto, 
                        cintura, radio, cioè tutto quello che viene utilizzato 
                        più di frequente quando si è al volante"
 
 come proteggersi la schiena, allora? Piccinato consiglia 
                        la "prova su sedia": i rivenditori dovrebbero 
                        dare in prova per due, tre giorni la sedia o il divano 
                        prima dell'acquisto definitivo
 
 patrizia 
                    giongo e giuseppina quartarone
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