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            |  | disegno n.40 |  |  
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            |  | mostralfonso |  |  
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            |  | l'articolo  descrive la soria di mostralfonso, pupazzo in tv: dall'esigenza degli sponsor (mister day di parmalat) alle prime idee, gli schizzi, l'interpretazione dei fumetti originali, la realizzazione dei vari esemplari per l'animazione e le difficoltà delle riprese televisive |  |  
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                    | copertina e pagine interne |  
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                |  | testo |  |  
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                |  | mostralfonso
                  elisabetta mosca
                  romano garofano e marzio lucchesi, componenti della graphostudio, sono i creatori di un buffo e impacciato personaggio dei fumetti tanto simpatici ai bambini: mostralfonso
                  il fumetto a strisce di mostralfonso racconta le mille avventure di un cuccioline di yeti giocherellone che un bel giorno abbandona le montagne innevate e giunge alla civiltà
                  sorpresa, paura, ostilità immediata nei confronti del "mostro"
                  alfonso per tutti è un terribile mostralfonso, ma in realtà è lui che ha paura di tutti e tutto
                  le strisce del fumetto illustrano vari temi: dall'arrivo dalle montagne alla civiltà, alla scoperta del mondo, al suo inserimento nella società
                  nelle prime strisce del fumetto lo troviamo in compagnia di una vecchietta che lo adotta e lo cura amorevolmente
                  alfonso va a scuola e si trova anche un lavoro come aiuto barbiere
                  però riuscirà mostralfonso a integrarsi? lui è un "diverso", per questo rimarrà sempre mostro, tanto che un gruppo di illustri professori lo studiano come fenomano
                  in effetti ha tutte le caratteristiche per esserlo; ad esempio parla in terza persona, non pronuncia bene alcune parole e sibila la consonante esse
                  le sue frasi tipiche sono "me piace", "me fonso", "me fatto spe-riensa"
                  ma non solo, alfonso è un goloso e divora dolci a non finire
                  il fumetto di garofalo e lucchesi è in bianco e nero, suddiviso in strisce, lunghe circa diciotto centimetri, a due a due in ogni pagina
                  la sequenza temporale delle azioni che alfonso compie è delimitata e sottolineata dalla suddivisione in parti della striscia stessa, determinando così i tempi della vignetta
                  a maggior numero di sequenze corrispondono maggior azioni compiute da alfonso o da altri personaggi; mentre man mano che i segmenti diminuiscono di numero e si allungano come durata, rappresentano un fatto che si svolge in quel preciso momento e non ha altre evoluzioni o colpi di scena successivi
                  il tratto di matita che delimita alfonso è studiato nei minimi particolari: basta guardare il contorno che ne delimita le forme con la raffigurazione del pelo, la rotondità delle dita dei piedi e la mobilità delle dita delle mani
                  e ancora il nasone, gli occhi e i capelli
                  tutti attributi che troviamo diversi in ogni disegno e che contribuiscono a caratterizzare la situazione
                  alfonso trasmette simpatia, innocenza, vivacità, stupore, paura, sonno, fame, depressione a seconda del disegno e della forma di una delle parti del suo corpo
                  la simpatia di alfonso è tale da pensare di estrapolarlo dalla striscia e scritturarlo per condurre una trasmissione televisiva per ragazzi così questo personaggio esce dal fumetto per diventare pupazzo
 per lavorare in televisione cambiano le sue dimensioni per esigenza di spazio: mentre nel fumetto è raffigurato come un personone di quasi due metri, ora per esigenze televisive dovrà occupare meno spazio possibile, pur mantenendo le caratteristiche del personaggio
 perciò le sue dimensioni si riducono
                  però, come si può vedere, alfonso ha mantenuto la sua forma tondeggiante che lo rende così divertente e nello stesso tempo lo raffigura impacciato nei movimenti
                  il pupazzo è animato dal retro da tre animatori che operano in campo in campo nero coperti da una tuta dello stesso colore per confondersi col fondo. si muovono in uno spazio molto ristretto, circa due metri, ognuno con una precisa funzione
                  occorrono ben sei mani, quindi almeno tre persone, per muovere la testa, gli occhi, le braccia, le mani, le gambe, il tronco
                  gli animatori, che lavorano in una posizione ergonomicamente molto scorretta, e quindi decisamente affaticante, hanno a loro disposizione un monitor sotto al bancone
                  qui la loro immagine, inviata da un computer, è specchiata rispetto all'immagine vera e propria del comune televisore, in modo da consentire gli spostamenti del pupazzo verso destra e sinistra senza problemi
                  nel fumetto alfonso è rappresentato in bianco e nero, mentre il suo aspetto televisivo deve essere colorato e appariscente
                  ecco quindi apparire un tombolo di gommapiuma ricoperto di peluche rosa, con due grandi occhi mobili fatti con due palline da ping-pong e due manone di pannolenci che lo rendono impacciato nei movimenti proprio come lo è nei fumetti
                  anche la scenografia viene disegnata e costruita a misura di pupazzo
                  i progetti scenografici consentono di realizzare supporti scenici d'effetto, pur utilizzando materiali poveri
                  la loro durata e resistenza nel tempo non è necessaria perché la loro vita è breve
                  il materiale utilizzato è il polistirolo indurito con una fasciatura di garze imbevute di gesso
                  in questo modo si ottiene una struttura resistente e molto leggera
 i set utilizzati sono due
                  uno raffigura l'interno di una navicella spaziale, dotata di robot animato da un attore al suo interno
                  l'altro rappresenta un bosco spaziale di funghi, fiori e alberi fantastici, sia per la forma che per le dimensioni
                  addirittura è stata disegnata una parte di scenografia ad uso degli sponsor della trasmissione, raffigurante un gazebo, a misura di alfonso
                  il gazebo è infatti realizzato in forma tondeggiante, riprendendo le forme del pupazzo: è il luogo dove lui fa merenda
                  alfonso infatti adora i dolci ed è proprio il tipo più adatto per presentare merendine ai bambini
                  mentre la scenografia non è praticamente soggetta a usura e ogni riparazione non è comunque visibile alle telecamere, il pupazzo è invece più delicato. infatti i movimenti dei gesti usuali, come lo sfregamento della base dei piedi sul tavolo, delle sue mani sul pancione, il roteare degli occhi, comportano un certo logorio di tutte queste parti
                  non dimentichiamo poi la polvere e lo sporco dovuto al tempo che lo costringono a parecchie sedute in lavanderia
                  per questo motivo accade spesso in trasmissioni televisive per ragazzi che vengono costruiti due esemplari di pupazzi perfettamente uguali: mentre uno è destinato alle scene "tranquille", in cui deve solo muoversi e parlare, l'altro viene usato per le scene più agitate, per non dire violente, come torte in faccia, set sporco di panna montata o acquerelli
                  alfonso colpisce anche per la sua voce
                  è la voce maschile e forte dell'attore di teatro carlo renda, adatto a questa parte
                  alfonso ha catturato l'ascolto dei bambini soprattutto per il suo aspetto, il colore (il rosa piace particolarmente) e la sua simpatia
                  sono giunte infatti  innumerevoli lettere alla redazione contenenti numerose rappresentazioni del pupazzo
                  un disegno inviato da un piccolo ascoltatore raffigura alfonso con il pancione chiaramente rappresentato
                  inoltre balza all'occhio un particolare veramente incredibile: l'esatta riproduzione del numero di dita che compongono i piedi del pupazzo
                  se le dita del pupazzo non fossero state così grandi, forse non avrebbero colpito la fantasia dei bambini tanto da essere addirittura registrate numericamente
                  ma veniamo alle avventure di alfonso che chiaramente prendono spunto dal fumetto
                  gli argomenti dei copioni rivivono tutte le mille peripezie che alfonso compie nelle strisce
                  proprio per questo motivo, alfonso è stato corredato di tutta una serie di abiti e accessori da utilizzare nelle varie situazioni
                  resta comunque il fatto che senza l'intervento di autori, animatori e scenografi, il pupazzo è soltanto un oggetto inanimato, senza vita ne carattere
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                |  | – gazebo realizzato in polistirolo, ricoperto da una garza imbevuta in pasta di gesso
                  il polistirolo così trattato diventa molto resistente agli urti ed all'usura pur mantenendo la sua solita leggerezza
                  il disegno quotato è stato realizzato da cristina perversi, scenografa diplomatasi a brera
                  – alfonso a scuola; è così grosso da sembrare un ripetente; anche il professore ha dei dubbi
                  – alfonso è esaminato dagli scienziati che non riescono a stabilire che si tratta di un cuccioline di yeti
                  – striscia del fumetto che rappresenta l'arrivo di alfonso, l'incontro con la nonna e l'impatto negativo con la gente sconosciuta
                  gli occhi di alfonso esprimono paura, addirittura vediamo schizzare le lacrime
                  poi si rassicurano, alla vista della nonna
                  – disegno di un bambino di 8 anni che ha inviato alla trasmissione la sua interpretazione artistica di alfonso
                  poche linee essenziali che mettono in evidenza le rotondità del pupazzo
                  la tecnica utilizzata è la linea a matita, più due pastelli colorati: l'azzurro e il rosa
                  lo spazio bianco che delimita il pancione è espressivo al massimo, pur essendo solo una parte bianca di foglio delimitata da una linea curva 
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